La figura del volontario in un’Associazione no-profit è ancora oggi vista spesso come una figura mitologica, a metà fra il samaritano e il militante, che "va in Africa ad aiutare i bambini che muoiono di fame”.
In realtà, essere un volontario vuol dire nella maggior parte dei casi non muoversi da “casa”. Non perché non ci sia più nessuno che voglia intraprendere determinate scelte, ma perché si può fare tantissimo per un’Associazione anche facendo una vita normalissima e dedicandole un po’ di tempo, per esempio stando semplicemente seduti davanti a un computer.
Sono volontario di Okapia più o meno dalla sua nascita e lo sono sia per un sentimento di profonda amicizia, sia per la fiducia totale che ho nelle persone che rappresentano l’Associazione e che ci lavorano.
Per me è fondamentale avere la certezza che tutto quello che faccio vada poi effettivamente a vantaggio delle persone che hanno bisogno, e con la trasparenza e la correttezza di Okapia so che non posso sbagliare.
Il mio impegno è cambiato nel corso degli anni, sia nei modi che nei tempi. All’inizio ho messo a disposizione il mio tempo e le mie competenze soprattutto per seguire e sviluppare i vari canali comunicativi (lavoro nella pubblicità e nell’editoria da sempre e inoltre scrivo da vent’anni per riviste musicali).
Ora l’Associazione è cresciuta e necessita di persone che possano seguire la comunicazione con maggiore costanza e professionalità specifiche, quindi ho lasciato con piacere la gestione di quell’aspetto a chi può far crescere ulteriormente Okapia e cerco di dare una mano con la stesura dei testi, ma anche aiutando con la raccolta fondi o con la presenza agli eventi.
Il tempo che dedico varia a seconda delle mie necessità e del periodo, compatibilmente con i miei impegni, cercando però di non fare mai mancare il mio supporto nel momento del bisogno, soprattutto quando arrivano richieste per le quali so che il mio contributo può essere importante.
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